Evoluzione Lessicale

Le voci sulle quali ho articolato la mia ricerca lessicale rappresentano solo una parte dell’ampia varietà dei termini dell’olivicoltura. Sono state evidenziate solo quelle che mi sono parse realmente dialettali, trascurando tutta quella terminologia comune anche ad altre attività e soprattutto quella derivante dalle moderne tecnologie.
Si tratta di un lessico di tipo meridionale, con molte voci note dagli Abruzzi sino alla Sicilia, nel quale non manca un gran numero di termini specificamente calabresi o calabro-siculo-salentini.
Si intende con ciò dire anche che accanto ad un lessico di origine prevalentemente latina si riscontra un buon numero di termini di provenienza greca e pertanto vivi solo in una particolare area dell’estremo meridione. Ad esempio: ànguw “l’agnocasto” viene dal gr. agnz “pianta pura”; kucciè con il significato di “raccogliere da terra le drupe una per una” dal sostantivo gr.koukkiov “chicco, acino”; krùp’n’ “letame” dal gr.koproz con lo stesso significato; p’dànn’ la “giara” in cui si conteneva l’olio viene dal gr.piqakuh “botte per il vino”; rìj col significato di “leccio” viene dal gr. aria”elce”; scjàstr’ “la corda che collega l’argano verticale con la pressa, molto probabilmente dal gr. *diastra col significato di “orditoio”; trùf’ “grossa pianta di ulivo” dal gr. trofh “ceppo”; vastès’ “l’argano verticale su cui si spinge nel frantoio” dal gr bartazv“portare sulle spalle”.
Accanto a queste voci ve ne sono delle altre di più difficile determinazione, anche perchè con scarsissimi riferimenti: karrabbòtt‘ qui col significato di “autobotte”, ma più genericamente “veicolo vecchio e grosso”, da accostare a “carro” ed a “botte”; la ndùss’ è il termine con cui si designano le olive da mensa dopo un certo trattamento, forse dal lat. INTUNDERE “percuotere”?; scjuwànd‘ da “giovanna” come “damigiana” è un contenitore che si usa per travasare l’olio; katarìn‘ “caterina” è lo zoccolo della pressa, di forma rotonda, che deriva il suo nome dalla santa omonima, nota per il martirio della ruota; mbràcchj‘ “frittella”, voce solo salentina che andrebbe più a fondo studiata, ma che forse potrebbe avere qualche attinenza con l’aggettivo EBRIACULU “sciocco, stupido”, forse proprio per la estrema semplicità della sua preparazione; anche ngùzz‘ “spesso, doppio”, si ritrova solo nel Salento e penserei di accostarlo a IN + VULSUS, ital. “bolso”.
Tra le altre voci particolarmente interessanti mi sono parse le seguenti: ammusckè col significato di “fare forza” dal lat. MUSCULUS “muscolo”; agnuvè col significato di “mettere insieme” probabilmente da ADJUGARE “riunire”; cigljarùw “vaglio” dal lat. CRIBRUM JOLIAREOLUM “crivello per separare il loglio dal lat. LOLIUM > JOLIUM ma non escluderei l’attinenza con il lat. *ACILEUS < CILIUM “germoglio” in quanto dalle fessure calano solo le foglie d’olivo e si trattengono le drupe; la voce fònd‘ dal lat. FONS-ONTE con il significato di “vasca per la frantumazione delle olive”; la voce franghèt‘ “grande quantità” dal lat. BRANCA -> “braccio, ramo”, qui “quantità che entra tra le braccia”; frsckuw dal lat. FERUSCULUS “selvaggio”, a Canna riferito a tutti gli animali; krèsc‘ usato transitivamente col significato di “travasare l’olio”, u kr’scjtùr‘ “attrezzo per travasare l’olio”; a kr’scjtùr‘ “raccolta dell’olio”; monachìll “monacello” è diminutivo di MONACHUS col significato di argano; kòzz‘ “la cozza” la più piccola misura di capacità degli aridi probabilmente dal lat. COCHLEA, *COCIA “guscio della chioccia”.