Note Linguistiche
1. Il dialetto di Canna si presenta particolarmente interessante, perché questo centro della Calabria settentrionale, per quel che riguarda il vocalismo tonico, linguisticamente entra a far parte di quella zona detta "arcaica", tanto studiata dal Lausberg prima, dal Parlangeli poi e attualmente così discussa e contestata da dialettologi quali Caratù, Mancarella, Rensch, Falcone, ecc., nonché dal Melillo che, partendo dal Salento ha parlato, per quest'area, di regione dialettale "calabro-siculo-salentina". in essa, pertanto confluiscono i sistemi vocalici di tipo "arcaico" di tipo "calabro-siculo-salentino", nonché di tipo napoletano. Si ha pertanto: 2. A tonica: In ogni condizione si conserva schietta o tende alla palatilizzazione (tende alla vocale e). Da evidenziare è inoltre la presenza della velarizzazione(tende alla vocale o) di A tonica in sillaba aperta e negli infiniti da -ARE, limitatamente a due fonti su quattro che non solo sono quelle più anziane, ma che provengono dalla "zona del mercato", la parte più conservativa del paese; 3. Caduta della laterale. 4. Caduta della occlusiva velare sonora. 5. Esito della fricativa labiodentale sonora iniziale: 6. Dissimilazioni del tipo strìnd' "stretto", mìnz' "mezzo". 7. Prostesi : 8. Palatalizzazione del nesso -nc-: vìgn' "vinchio". 9. Aferesi di a- iniziale di tipo: ccètt' "accetta", cìt' "aceto", rrùst' "arrosto". 10. Conservazione delle desinenze latine: 11. Forme particolari di congiuntivo esortativo del tipo jemùc' "andiamoci", jatìc' "andateci" , differenti dalla forma imperativa jèmc' e jà tc'. 12. Condizionale presente del tipo sapèr' "io saprei", d'cèr "io direi", avèr "io avrei" 13. Costrutti del tipo von fà tt "bisogna farli", vo ggjrèt "bisogna girarle". |